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Vista aerea della foresta
Immagine del redattore3E Studio srl

Rapporto ENEA sulla Certificazione degli Edifici

Dati e prospettive per l'efficienza energetica

Con il comunicato stampa del 10 ottobre, ENEA ha pubblicato il V Rapporto annuale sulla Certificazione degli Edifici, realizzato insieme al Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI).


Si tratta di un documento che in primis analizza i dati degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) registrati sul SIAPE. Come precisato dal Presidente ENEA Gilberto Dialuce nella prefazione del Rapporto, è “un appuntamento cruciale per valutare i progressi fatti e tracciare le future direttrici di sviluppo in un ambito strategico come quello dell'efficienza energetica”.All’interno del Rapporto, oltre all’analisi dei dati delle prestazioni energetiche raccolti da ENEA nel 2023 e a un approfondimento sul processo di redazione degli Attestati, sono presenti anche capitoli dedicati ad argomenti strettamente legati al tema della riqualificazione energetica degli immobili.


Nello specifico, sono inclusi un’analisi dei contenuti della Direttiva EPBD (o Direttiva Case Green), un capitolo dedicato al Catasto Energetico Unico (CEU), e un tutorial sul funzionamento del Portale Nazionale sulla Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2), con una particolare attenzione al “Passaporto dell’Immobile”.


Infine, il Capitolo 7 contiene i risultati di un’indagine effettuata dal CTI, che ha visto risposta da più di 10.000 Certificatori Energetici in tutta Italia. Seppure non siano presenti spiegazioni o commenti per questo approfondimento, questi dati sono ottimi indicatori dell’opinione dei tecnici del settore e potranno tornare utili per potenziali revisioni del processo di redazione dell’APE in futuro. 


La situazione del parco edilizio italiano

In questi mesi ENEA ha verificato ed elaborato i dati degli Attestati di Prestazione Energetica del 2023, che dovevano essere emessi e inseriti presso il SIAPE entro il 1° aprile di quest’anno. A tale data, risultano circa 5,5 milioni di APE tra il 2015 e il 2023, sparsi in 17 Regioni e 2 Province Autonome. Infatti, al momento, non sono ancora collegate al SIAPE la Campania, che dovrebbe terminare la procedura di collegamento entro quest’anno, e la Sardegna, che deve ancora costituire un catasto informatico degli APE.


Per l’anno 2023 sono stati registrati 1,1 milioni di Attestati, di cui la quota più consistente emessa dalla Regione Lombardia (21,7%), seguita da Piemonte (9,2%), Veneto (8,7%), Emilia-Romagna (8,5%) e Lazio (8,3%).


I risultati dell’analisi evidenziano come gli Attestati che ricadono nelle classi energetiche più basse, cioè F e G, sono scesi per la prima volta sotto il 50% degli APE totali. Confermando il trend positivo dell’anno scorso, infatti, gli immobili di queste due classi energetiche sono diminuite del 6,3%, a fronte di una crescita del 5,2% per gli immobili nelle classi A4-B.


Secondo quanto indicato dal Rapporto, tuttavia, è soprattutto il settore non residenziale per cui l’efficienza energetica è migliorata con costanza tra il 2019 e il 2023. Per il settore residenziale, invece, le cose sono andate un po’ più a rilento soprattutto nel biennio 2022-23, con un aumento solo del 6% per le classi energetiche più efficienti (A4-B) per il 2023.


Motivazioni di redazione dell'APE

Un altro argomento importante su cui si è soffermata l’analisi, è quello delle motivazioni per la redazione dell’APE. Infatti, non solo questo dato permette di stimare il numero di nuovi edifici costruiti, ma anche di implementare le giuste misure per il futuro che migliorino i risultati della transizione energetica.


I passaggi di proprietà e le locazioni continuano a rappresentare la motivazione principale, ma è positivo che siano aumentate anche le richieste per riqualificazioni energetiche (+7,9%) e per ristrutturazioni importanti (+6,4%) rispetto al 2022.


Nel grafico sotto si vede la correlazione tra la motivazione della redazione dell’APE e la classe energetica risultante dall’APE. Si tratta di un altro dato che conferma come ci sia ancora molta strada da fare soprattutto nel campo delle riqualificazioni energetiche.

Rilevante anche esaminare la sezione delle “altre motivazioni”. Si tratta di informazioni che permettono di capire quali sono le strategie che hanno spronato di più nell’ultimo anno i proprietari a richiedere la redazione dell’APE.


In particolare, ben il 26,4% dei soggetti del campione preso in considerazione ha indicato l’accesso a incentivi fiscali o a mutui come motivazione, evidenziando quale sono i campi strategici su cui intervenire nel futuro prossimo.


Le criticità evidenziate dal Rapporto

Come già espresso, l’APE costituisce uno strumento di conoscenza delle condizioni energetiche del parco immobiliare nazionale. È evidente, quindi, l’influenza dei dati del Rapporto per le scelte governative future, soprattutto in seguito all’approvazione della Direttiva Case Green, argomento di cui abbiamo parlato in altri post.


Ad oggi, è presente sul SIAPE una certificazione vagliata e attendibile per meno di 6 milioni dei circa 32 milioni di edifici censiti dall’ISTAT nel 2021. E se è vero che questo “campione” di immobili rappresenta un buon indicatore dei trend presenti e futuri, è essenziale rivedere i casi di obbligatorietà di redazione dell’APE per ottenere dati più precisi ed essenziali per la stesura dei Piani di riqualificazione energetica nazionali. Sono proprio questi ultimi, infatti, che possono fare la differenza per il raggiungimento sia degli obiettivi intermedi per il 2030 e il 2040, sia per la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare entro il 2050.


I risultati dell’indagine del CTI, inoltre, mettono in luce l’importanza della crescita professionale dei tecnici abilitati, i quali vengono spesso puniti e sanzionati dal sistema di controllo di rilevazione degli errori nel processo di redazione dell’APE. Errori che, nella maggior parte dei casi, sono minori incongruenze o errori formali facilmente risolvibili se segnalati per tempo. Si tratta, perciò, di un sistema che spesso scoraggia i professionisti a cui si può porre semplice soluzione con l’introduzione di strumenti di controllo preventivo durante il processo di inserimento presso il sistema regionale.


Ultimo, ma non per importanza, è l’aspetto sociale. Infatti, in Italia sono molti i proprietari che non percepiscono i benefici della riqualificazione energetica, portando a numeri tutt’altro che soddisfacenti per il rispetto degli obbiettivi preposti dall’Europa. Non aiuta la mancanza delle corrette politiche di incentivazione e di un iter burocratico semplificato, come quelli che in Germania e in Svezia hanno portato un aumento degli interventi di riqualificazione. In questo senso, anche la redazione dell’APE viene vista come un semplice obbligo di legge, e non come un’opportunità per ottenere benefici economici, sociali e ambientali. Il Rapporto potrebbe essere uno strumento importantissimo per aiutare a educare i proprietari immobiliari, tuttavia manca ancora una comunicazione efficace verso i privati, che spesso hanno difficoltà a interpretare il gergo tecnico.  


In conclusione, sia per la riqualificazione energetica che più nello specifico per quanto riguarda gli Attestati di Prestazione Energetica, c’è ancora ampio spazio per riconfermare i trend in positivo degli anni precedenti e perfino per migliorarli.


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